giovedì 26 dicembre 2019

SCHOPENHAUER

Arthur Schopenhauer  nasce a Danzica il 22 febbraio 1788 e muore a Francoforte sul Meno il 21 settembre 1860. E' stato un filosofo tedesco, uno dei maggiori pensatori del XIX secolo e dell'epoca moderna.

Il suo pensiero recupera alcuni elementi dell'illuminismo, della filosofia di Platone, del romanticismo e del kantismo, fondendoli con la suggestione esercitata dalle dottrine orientali, specialmente quella buddhista e induista. Schopenhauer crea una sua originale concezione filosofica caratterizzata da un forte pessimismo, la quale ebbe una straordinaria influenza, seppur a volte completamente rielaborata, sui filosofi successivi, come ad esempio Friedrich Nietzsche.

sosteneva:

- che ci sono tre possibili vie di liberazione dal dolore:

  1. l'esperienza estetica: essendo disinteressata e mirando all'ideale rappresenta un quietivo del desiderio 
  2. la morale: grazie alla compassione consente di superare le divisioni tra un soggetto e l'altro
  3. l'ascesi: costituisce l'estremo atto di negazione della volontà di vivere (noluntas)
- una duplice prospettiva sul mondo: 
  • quella della SCIENZA -> il mondo è una mia rappresentazione, una dimensione fenomenica che non può sussistere indipendentemente dal soggetto, il quale organizza e ordina i fenomeni con la forma a priori e la categoria di causa
  • quella della FILOSOFIA -> il mondo è volontà, infatti attraverso il corpo l'uomo riconosce in sè l'impulso cieco e irrazionale del desiderio per cui la vita è dolore, continuo oscillare tra desiderio e noia 
MARX 

Karl Marx nasce nel 1818 in Prussia, a Treviri
, in una famiglia della borghesia agiata e liberale (il padre, Heinrich, è un noto avvocato). Frequentato il liceo nella città natale, nel 1835 il giovane Marx si iscrive alla Facoltà di Legge dell’Università di Bonn, ma si trasferisce poi a Berlino, dove entra in contatto con la “sinistra hegeliana”, costituita da un gruppo di filosofi e discepoli di Hegel formatosi all'indomani della morte di quest’ultimo nel 1831. A contatto con il pensiero dei giovani hegeliani, Marx decide di lasciare lo studio della giurisprudenza e si iscrive alla Facoltà di Filosofia, laureandosi a Jena nel 1841 con una tesi sulla filosofia di Democrito ed Epicuro.

- con l'ideologia tedesca prende le distanze da Hegel del quale:

  • apprezza l'idea che la storia sia frutto di un processo dialettico 
  • rifiuta la riduzione del reale all'ideale e la visione astratta 
- con le tesi su Feuerbach prende le distanze anche da lui del quale però: 
  • apprezza l'attenzione rivolta all'uomo come essere sensibile e concreto 
- con La miseria della filosofia critica la posizione dei socialisti francesi, che giudica borghese e utopistica, al contrario del socialismo scientifico, fondato sull'analisi della realtà economica e orientato a una sua trasformazione radicale

- con il Manifesto del partito comunista, esplicita l'obbiettivo comunista, ovvero abbattere il dominio della borghesia per affermare una società senza classi



afferma che esistono 4 tipi di alienazione dell'operaio, che per essere superati hanno bisogno di abbattere la società borghese e le sue istituzioni e si ha bisogno di realizzare una nuova società in cui è eliminata la proprietà privata ed è eliminata la divisione delle classi
  1. rispetto al prodotto del suo lavoro
  2. rispetto all'attività 
  3. rispetto all'essenza 
  4. rispetto ai suoi simili
teorizza inoltre IL MATERIALISMO STORICO, secondo cui vi è una base materiale che rappresenta il motore della storia, ovvero la sua struttura composta da modi di produzione: 
  • le forze produttive -> classe in ascesa
  • rapporti di produzione -> classe dominante 

IL MATERIALISMO NATURALISTICO DI FEUERBACH

Feuerbach nasce a Landshut, in Baviera. Studia teologia a Heidelberg e filosofia a Berlino, e segue le lezioni di Hegel rimanendone impressionato.

  • Con la pubblicazione dei "Pensieri sulla morte e l'immortalità" si stacca però dal pensiero di Hegel e comincia ad approfondire il tema centrale della sua filosofia: la ricerca della vera natura divina, il rapporto tra uomo e rappresentazione di Dio.
  • La pubblicazione del suo primo saggio compromette la sua carriera accademica, l'accusa di ateismo gli preclude ogni possibilità di insegnamento e lo isola all'interno dell'ambiente accademico


  • Nel 1848 viene invitato dai rivoluzionari di Heidelberg a tenere un corso universitario, tuttavia la vita di Feuerbach sarà caratterizzata da una condizione di indigenza e povertà che lo accompagnerà fino alla morte.


  • Opere principali: Pensieri sulla Morte e sull'immortalità (1830); Per la critica della filosofia hegeliana (1839); L'essenza del Cristianesimo (1841); L'essenza della religione (1845); Lezioni sull'essenza del Cristianesimo (1851).


lui riteneva che, l'oggetto della filosofia debba essere: 
  • l'uomo come essere naturale e concreto 
  • le condizioni di vita materiali delle persone
inoltre affermava che, la religione genera alienazione: 
  • infatti comporta la rinuncia della propria essenza a favore di un essere estraneo e trascendente 
  • quindi l'abbattimento della religione diventa presupposto dell'emancipazione


mercoledì 16 ottobre 2019

HEGEL 






Georg Wilhelm Friedrich Hegel è nato a Stoccarda il 27 agosto 1770  ed è morto a Berlino il 14 novembre 1831. E' stato un filosofo tedesco, considerato il rappresentante più significativo dell'idealismo tedesco.
È autore di una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale; la sua riflessione filosofica nasce all'interno dell'ambiente culturale tedesco di inizio Ottocento, dominato dalla filosofia kantiana e dai suoi sviluppi idealistici.





I TRE CONCETTI CHIAVE DELLA FILOSOFIA HEGELIANA: 

I concetti sono:

  • la convinzione della razionalità del reale, per cui tutta la realtà coincide con il dispiegarsi progressivo di un principio razionale (l'idea o Assoluto), il quale è onnicomprensivo e non è sostanza ma processo, dunque la sua verità si rivela alla fine, in cui si realizza la sintesi dei momenti precedenti, la filosofia è descrizione di ciò che è già avvenuto e comprensione della struttura razionale degli eventi -> metafora della nottola di Minerva
  • l'idea che la verità coincide con il tutto, cioè non consiste in una considerazione parziale delle cose (astrazione), ma nella loro visione completa e globale, infatti ogni cosa o aspetto del reale ha un senso che risiede nella sua relazione con tutti gli altri
  • la concezione dialettica della realtà e del pensiero, secondo lui la realtà e il pensiero seguono la medesima legge di sviluppo che si compone di tre momenti: 
  1. intellettuale o astratto (tesi) -> l'affermazione o posizione di un concetto astratto e limitato;
  2. dialettico o della negazione (antitesi) -> la negazione della tesi come concetto limitato e finito;
  3. speculativo (sintesi) -> la negazione della negazione, che è affermazione dell'unità delle determinazioni opposte 



SHELLING





Schelling è stato un filosofo tedesco, uno dei tre grandi esponenti dell'idealismo tedesco, insieme a Fichte e Hegel. Egli entrò in giovane età nel seminario di Tubinga, dove studiò teologia, in seguito ottenne una cattedra a Jena, dove frequentò il circolo romantico legandosi ai maggiori esponenti del Romanticismo, come: Goethe, Fichte, Schiller.







L'idealismo estetico di Schelling: 

Per Schelling la natura è lo spirito solidificato, e la spiritualità che contiene può essere colta dall'uomo attraverso l'esperienza estetica. Il principio assoluto della filosofia di Schelling non è costituito dall'Io di Fichte o dalla realtà materiale, ma dall'unione di spirito e natura, Io e non-Io, soggetto e oggetto, pensiero e mondo.
In Schelling l'accento è posto sull'identità tra natura e spirito; la natura è lo spirito nella sua forma inconscia; (natura smaterializzata).
La natura contiene in se stessa quella tensione tra soggetto e oggetto, conscio e inconscio, mentre in Fichte quella tensione caratterizza il conflitto tra Io e non-Io Secondo Schelling infatti la filosofia segue due direzioni di ricerca complementari:
 1) La filosofia della natura che patendo dalla natura, giunge allo spirito;
 2) La filosofi dello spirito che partendo dallo spirito, giunge alla natura;

L'Assoluto: è il principio infinito creatore della realtà, che non si identifica con il soggetto o l'oggetto, ma costituisce la loro comune radice. Di conseguenza, questa realtà si esprime e si rivela uguale nella natura e nello spirito, nel mondo e nel pensiero.




L'IDEALISMO TEDESCO

Il criticismo kantiano aveva considerato il conoscere come "attività" e non solo come "passività". A partire dal tentativo di superare le contraddizioni rimaste insolute nel sistema kantiano arrivò l'idealismo, una nuova corrente filosofica. i suoi fondatori furono Fichte e Shelling e il suo massimo esponente Hegel. 
Il contesto storico in cui nacque era quello del Romanticismo, in Germania. Entrambi i movimenti rappresentano il superamento della ragione illuministica e l'affermazione di una nuova visione del mondo che esalta il sentimento, l'arte e la tradizione. 



FICHTE






Fichte nasce nel 1762 a Rammenau in Germania. Studia teologia all'università di Jena e dopo la laurea diventa precettore. nel 1794 insegna lezioni sulla missione del dotto, questo però gli provoca problemi e subisce accuse di irreligiosità. Viene così allontanato dalla cattedra. A Berlino tiene conferenze intitolate "Discorsi alla nazione tedesca". Muore nel 1814.






L'IDEALISMO ETICO DI FICHTE: 

Fichte sostiene che: 
  • l'io è un processo creativo e infinito che si articola in tre momenti: 
  1. tesi: l'io pone se stesso, si rivela come attività auto creatrice
  2. antitesi: l'io pone il non-io , produce l'altro da sé come oggetto e ostacolo indispensabile alla sua attività
  3. sintesi: l'io oppone nell'io all'io divisibile un non-io  divisibile, si particolarizza nei singoli io empirici e finiti contrapposti alle cose del mondo
  • la natura e il mondo non possono esistere in modo indipendente dall'io, il quale pone il non-io e si determina come io empirico grazie all'immaginazione produttiva
  • compito dell'uomo è affermare la propria libertà, infatti il mondo esiste in funzione delle attività dell'uomo e del suo primato della vita morale rispetto a quella teoretica
  • l'uomo ha il suo fine nella società, la quale ha l'obbiettivo di realizzare la completa unità di tutti i suoi membri , grazie alle due leggi morali, 
  1. trattare gli altri come fini e mai come mezzi
  2. puntare al perfezionamento degli uomini tramite l'educazione, per questo la missione del dotto consiste nel promuovere il progresso culturale e morale di tutte le classi sociali